An’inchiesta ha raccolto testimonianze anonime degli stessi giocatori che hanno confermato la pratica: un “terzo tempo” che sta contagiando il rugby d’Oltralpe.
Lo scandalo è servito e dentro Francia Il mondo della palla ovale sta entrando in un tunnel che difficilmente potrebbe essere utilizzato in breve tempo. Perché il sollevatore problema da unchiesta dei giornalisti de L’Equipe è di quelli che fanno tremare l’intero sistema, non solo i giocatori ei tesserati: l’utilizzo quasi Scientifico di cocaina Ovviamente nulla a che vedere con il campo e con i controlli antidoping perché e consumo di droghe non è perfettamente quando e quanto supporto si presume sia sbagliato nelle squalifiche o altro. Eppure, il problema è e le testimonianze raccolte sono più che allarmanti.
L’inchiesta portata alla luce è devastante per l’intero panorama del rugby francese, una verità tutta sua “flagello” che ha coinvolto sia i giocatori professionisti sia i più giovani ei dilettanti. Ma di cosa si tratta nello specifico? All’interno del panorama del rugby transalpino, purtroppo, si evince dalle varie testimonianze (rigorosamente anonime) che questo consumo è diventato da diverso tempo una pratica oramaiconsiderata a “prasi” e in un importo “non era conosciuto in passato”se legge all’interno dell’inchiesta de L’Equipe.
Tutto è nato camminando per contattare gli stessi rugbisti che, davanti alla garanzia dell’anonimato, hanno rivelato le pratiche e confermato la diffusione della cocaina all’interno della palla ovale francese system. That adesso è finito in una spirale di polemiche e che presumibilmente verrà a federale indagine anche perché loro stessi sottoposti hanno concordato sul fatto che nell’ambiente non si a segreto il consumo di droga. Ma come sarebbe possibile non correre nei controlli antidoping? La risposta arriva dagli stessi giocatori che conosciamo molto bene sul regolamento e sull’approccio alla verifica e allo spionaggio su come migliorarlo: la Federazione francese di rugby fa intervenire controlli efficaci e antidoping, ma non durante la diciassettesima settimana, quando l’uso di cocaina è efficace.
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“La cocaina è diventata un luogo comune“Un anonimo giocatore ha rivelato”.Quando ho iniziato, alcune persone fumavano semplici canne di cannabis. Ma adesso la pratica è stata sostituta dalla cocaina”. Uno dei giocatori intervistati ha inoltre osservato: “Agisce mangia un antinfiammatorio” mentre qualcun altro deve raccontare da mangiare “In alcune parti della Francia, I dopo una partita, se si prepara una festa di cocaina”.
La sua argomentazione viene contattata anche da Christian Bagate, responsabile di molto doping nella FFR, che è stato consapevole di quanto non sia facile mettersi al passo con l’uso di un supporto stupefacente: “La cocaina rimane nelle pipì solo bene a 48 ore. La accendo sempre all’inizio della settemana non ci sono più tracce di droga nei giorni delle partite. Abbiamo quasi dato un controllo positivo per la cocaina in competizione”. Dunque, in esame è la fine del classico “terzo tempo”, il momento aggregativo all’insegna del fair play che è diventato tanto famoso nel rugby come disciplina dall’assoluta e irraggiibileung sportività. Dove purtroppo, ovviamente sì andati oltre il consentito dal buon senso e dai regolamenti.
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